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Che tipo di figure professionali occorrono in consultorio?

Quali sono necessarie per tenere aperta la struttura?

Quali sono in sovrabbondanza rispetto alle richieste?

Queste sono solo alcune delle domande che abbiamo condiviso con alcuni direttori di struttura, tra cui Claudio Ciavarella direttore Fondazione Fare Famiglia - Onlus (che gestisce i Consultori con sede ad Assago, Binasco, Bollate e Magenta), don Manuel Donzelli, direttore del consultorio diocesano di Brescia, e Gabriella Ottonelli, già direttrice di Fondazione Profumo di Betania (Saronno, Gallarate, Busto Arsizio-Valle Olona), da poco andata in pensione.

Abbiamo diviso per categorie ed argomenti le riflessioni emerse con loro.

LE FIGURE SANITARIE

In quasi tutti i consultori si rilevano diverse difficoltà a reperire figure sanitarie, in particolare ginecologi e ginecologhe, che tuttavia sono obbligatorie, essendo il consultorio un servizio sociosanitario autorizzato e accreditato come servizio pubblico.

“Negli ultimi mesi alcuni di loro stanno lasciando il lavoro nella nostra Fondazione e rischiamo addirittura di dover chiudere un consultorio, perché ci manca la figura della ginecologa”, spiega Ciavarella.

“Nel lecchese e nel bresciano sono attive collaborazioni tra gli ospedali e i consultori. Ma nell’ambito della zona di Varese ciò non è possibile in quanto oltre alla carenza strutturale dei sanitari, molti si spostano in Svizzera con compensi decisamente più alti” racconta Ottonelli.

Altre figure critiche per garantire il funzionamento del Consultorio come servizio accreditato sono l’assistente sanitario e l’infermiere.

“Ogni anno i laureati che escono dalle Università sono completamente assorbiti dai servizi pubblici. Gli infermieri disponibili per il territorio sono pochi ed ora vengono per lo più coinvolti nelle Case di Comunità”, conclude Ottonelli.

 

GLI PSICOLOGI

La figura che non manca nei consultori è quella degli psicologi e psicoterapeuti. Si ricevono costantemente moltissime richieste di lavoro.

“Riceviamo due o tre curricula di psicologi alla settimana. E tantissime richieste di tirocinio” racconta don Manuel Donzelli. Una pratica molto diffusa e ben sperimentata è proprio quella di accompagnare i tirocinanti in modo da poterli coinvolgere nell’equipe di professionisti, non appena concluso il tirocinio, forti dell’esperienza svolta in consultorio.

 

L’ASSISTENTE SOCIALE

L’offerta dei consultori per quanto riguarda l’assistente sociale non riesce ad essere assolutamente concorrenziale, perché spesso chi ha questa qualifica cerca di occupare posti di cura o ruoli nelle risorse umane. Questo lo conferma Ciavarella “sia in termini di entità del compenso che di tipologia di rapporto di lavoro. Né con quelle offerte dalle ASST o da altri enti pubblici (che offrono l’assunzione, spesso a tempo pieno o anche se part-time con una gestione più regolare degli orari di lavoro) nè con quelle delle strutture private profit, che erogano anche prestazioni in regime privatistico e che quindi possono offrire una retribuzione maggiore”.

In effetti, l’assistente sociale nel corso degli anni ha modificato il suo profilo professionale in gran parte attraverso i percorsi universitari che hanno aperto a nuovi sbocchi professionali diversi da quelli più pertinenti alle realtà del consultorio. “Di questo si potrebbe fare un ragionamento con la Regione” propone Ottonelli.

IL CONSULTORIO, ENTE ACCREDITATO MA ENTE DI ISPIRAZIONE CRISTIANA

La gestione e l’organizzazione dei nostri consultori vive del contrasto tra l’essere un ente accreditato come servizio pubblico, e un ente di ispirazione cristiana. In particolare “nella scelta del personale essere ente di ispirazione cristiana aiuta ad avere un orizzonte valoriale da cui non è possibile transigere” dice Ottonelli.

“L’ispirazione cristiana caratterizza la storia del nostro Consultorio” spiega don Manuel Donzelli. “La presenza del direttore sacerdote è garanzia nel tenere tutelati e promossi i valori cristiani, che per me coincidono pienamente con i valori umani. Gli operatori sono costantemente coinvolti in questa riflessione, anche perché molte persone si rivolgono al nostro Centro proprio a motivo della sua ispirazione. Nella selezione degli operatori verifichiamo quindi questa condivisione di valori, e non per forza che siano cristiani praticanti”.

Anche in Fondazione Fare Famiglia, in fase di selezione dei collaboratori si precisa che i consultori sono di ispirazione cristiana. “Sottolineiamo che nei nostri consultori non si inserisce la spirale e non si rilasciano certificati per l’interruzione volontaria di gravidanza, ma non si chiede all’operatore o all’operatrice di essere battezzato/a o praticante” precisa Ciavarella.

VOLONTARI

Negli ultimi anni sono andate scomparendo figure fondamentali come le volontarie e i volontari

“Nei quattro consultori della nostra organizzazione, quarant’anni fa le figure delle operatrici di accettazione (segreterie e amministrazione) erano tutte volontarie” spiega Ciavarella “mentre oggi sono tutte delle persone impegnate con un rapporto di lavoro retribuito. Con uno sguardo più ampio, noi oggi abbiamo solo due volontari su circa 150 collaboratori. Sarebbe interessante avere ancora una presenza di questa tipologia di collaboratori”.

Eppure nella realtà di FeLCeAF esistono ancora delle strutture particolari, come il consultorio di Sesto san Giovanni, dove c’è ancora un consistente impegno di volontari. “Personalmente ritengo che queste realtà siano dei gioielli, che spero riescano a resistere a lungo” conclude Ciavarella.

Nel consultorio di Brescia invece non ci sono volontari. “A livello di comunicazione e fundraising, la nostra assistente sociale si occupa del canale Instagram e altri operatori si auto-coinvolgono in forma gratuita cercando progetti e bandi a cui possiamo partecipare” racconta don Manuel Donzelli.

RUOLI DI RESPONSABILITA’

FeLCeAF offre regolarmente opportunità di formazione per le figure che hanno ruoli di responsabilità e che dovranno, in un prossimo futuro, assumere tali ruoli nelle organizzazioni, destinate inevitabilmente a un cambiamento generazionale. “Lo ritengo essenziale” dice Ciavarella “purchè l’offerta corrisponda ad un bisogno reale”.

“Credo sia tempo di costruire insieme una storia del nostro essere consultori di FeLCeAF, rendendo ancora più larga la condivisione di strumenti, procedure, progetti, valori” sostiene don Manuel Donzelli.

“I passaggi di consegne di chi esce dalle strutture per pensionamento si stanno rilevando faticose: occorre tenere insieme la clinica, la tecnica, la didattica, la comunicazione, i progetti” dice Ottonelli. “I consultori potrebbero essere aiutati nel sostenere questi passaggi attraverso all’ausilio di pool di esperti per temi, interni a FeLCeAF, che possa rispondere al bisogno delle diverse realtà”.

 

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