La Fondazione Fare Famiglia, che comprende i consultori di Binasco, Bollate, Assago e Magenta, lavora da tempo all’interno della progettazione Centri per la Famiglia.
La precedente sperimentazione, conclusa a giugno 2024, li ha visti attivi sull’assistenza alle persone anziane. Col nuovo bando di Regione Lombardia, sempre all’interno dei Centri per la Famiglia, si è aperta una nuova progettualità, attiva da luglio 2024 fino a luglio 2025.
Ne parliamo con Annalisa Episcopo, psicologa della Fondazione e referente del progetto.
Annalisa, chi sono adesso i destinatari del vostro progetto?
I caregiver intergenerazionali.
Cioè?
Con questa categoria intendiamo tutti coloro che si prendono cura di qualcun altro lungo tutto il ciclo di vita della famiglia. Non si tratta, pertanto, solo di considerare chi svolge compiti di cura nei confronti di una persona malata o anziana. Stiamo provando ad allargare lo sguardo alla fisiologia delle relazioni familiari, considerando ad esempio i componenti di una coppia, dove ci si prende cura l’uno dell’altra, oppure i genitori di figli più o meno piccoli, i baby sitter, i nonni… Fino ad arrivare – ovviamente – anche al caregiver, familiare o professionale, di una persona malata o fragile.
Con chi state realizzando questo progetto?
Abbiamo creato una complessa rete territoriale nei comuni dove si trovano i nostri consultori (escluso quello di Bollate, che partecipa come partner ad un’altra progettualità di Centri per la Famiglia) con altre cooperative ed enti, di cui fanno parte la Cooperativa Eureka, Giostra, Piccolo Principe, Lo Scrigno, l’Associazione InCerchio per le persone fragili e Via Libera ETS.
Voi siete capofila?
Esatto.
In che cosa consiste il progetto?
Il progetto è molto articolato, a partire dal suo partenariato fino ad arrivare alle variegate azioni previste e alla diffusione territoriale in 1 Hub e 6 Spoke. L’obiettivo in ogni caso è quello di realizzare attività preventive e di supporto per caregiver intergenerazionali, in sinergia con i nostri partner, ognuno con la propria specificità.
Ad esempio?
Uno sportello di prima accoglienza ed orientamento per chiunque viva una situazione di fatica in qualità di caregiver o un bisogno di socializzazione o messa in rete; spazi gioco per bambini in fascia 0-3 anni e attività di creazione di legami per i loro adulti di riferimento; uno sportello informativo a carattere giuridico-legale per caregiver di persone fragili e disabili; attività di supporto psicologico di caregiver che affrontano fatiche importanti nei propri compiti di cura e… molte altre specifiche attività gruppali.
Quindi comprendete sia condizioni di grossa difficoltà, ma anche casi di vita quotidiana…
Sì, esatto. Il nostro obiettivo ambizioso è quello di poter supportare chi si occupa di qualcun altro partendo ovviamente anche dalla fisiologia dei legami quotidiani familiari.
Come sta andando finora?
Il progetto è iniziato nell’estate 2024, in continuità rispetto alla precedente sperimentazione. Ora, a sei mesi dalla partenza, iniziamo a raccogliere movimenti non solo di caregiver di anziani, ma anche di chi si prende cura di bimbi piccoli (0-3 anni), ma anche di genitori di preadolescenti e adolescenti. Valuteremo nei prossimi mesi il taglio che prenderà il progetto, sperando di poter sempre di più essere di aiuto a chi svolgere l’importante compito di prendersi cura di qualcun altro.