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È stato nominato il nuovo consulente etico di FeLCeAF, don Davide Bonazzoli. In attesa di conoscere il nuovo don Davide Bonazzoli di persona e di incontrarlo alla prima occasione proposta dalla Federazione, gli rivolgiamo qualche domanda per sapere qualcosa di lui, della sua storia e della sua vocazione.

Don Davide, benvenuto in FeLCeAF! Ci racconti di lei…

Sono prete della Diocesi di Milano dal 2009, ordinato dall’allora Card. Dionigi Tettamanzi. Il suo ricordo, che diventa per me motivo di preghiera, è significativo in vista dell’incarico che mi accingo ad assumere, data la sua inclinazione alle tematiche relative alla famiglia.

Quali sono state le sue destinazioni precedenti?

Ho svolto l’incarico di vicario parrocchiale, dapprima (2009-2012) presso la Comunità Pastorale composta dalle parrocchie di Biassono, Macherio e Sovico (allora vigeva la regola, nella prima destinazione, del cambiamento dopo il terzo anno), poi (2012-2018) presso le parrocchie di Busto Garolfo e Olcella, con l’incarico di responsabile della PG nella parrocchia di Villa Cortese (una sorta di ruolo di regia).

A inizio 2018 l’Arcivescovo Delpini le chiede la disponibilità per andare a Roma, giusto?

Esatto, lì sto svolgendo il Dottorato in teologia del matrimonio e della famiglia presso l’Istituto Giovanni Paolo II, da svolgersi sotto la direzione del prof. Pierangelo Sequeri, allora preside dell’Istituto. Nel frattempo ho conseguito la licenza presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, sotto la direzione del prof. Alberto Cozzi.

Dove vive ora e di che cosa si occupa?

Attualmente vivo nel Seminario Arcivescovile di Milano e insegno Teologia III (morale), presso la sede di Piacenza dell’Università Cattolica.

Insomma, il 2018 è stato l’anno determinante che ha segnato un cambiamento notevole nella sua vita…

Sì, dall’oratorio feriale sono passato alle aule universitarie. Dopo lo shock iniziale, mi sono inserito in questa nuova fase della vita, ora caratterizzata anche da questo nuovo incarico, che accolgo con gioia ed entusiasmo, ma anche con un grande senso di responsabilità.

Siamo molto felici di averla con noi. È felice anche lei?

Molto. E devo aggiungere – con un po’ di commozione, e capirete subito perché – una nota di carattere personale. Nel mio soggiorno a Roma, alloggiavo presso il Pontificio Seminario Lombardo. Uno dei miei primi giorni romani, mi è capitato di far colazione con un prete bergamasco, ben piazzato, che si è interessato subito ai miei studi, affini al suo incarico. Avrete forse capito che sto parlando di don Edoardo Algeri. Durante quell’anno ci siamo ritrovati diverse volte a tavola insieme, quando lui veniva a Roma per ragioni di incarico, e sempre mi raccontava delle sue numerose iniziative. Di lui ho un bellissimo ricordo e, pur avendolo conosciuto per poco tempo, la sua improvvisa morte mi ha segnato profondamente. Ripensare oggi a quegli incontri da un lato mi fa sorridere, perché la vita è proprio imprevedibile, dall’altro mi intristisce, perché mi sarebbe piaciuto molto poter collaborare con lui.

Quali saranno i suoi compiti in FeLCeAF?

Non mi è facile dirlo. Sono però convinto dell’importanza della Federazione, quale luogo di coordinamento dei consultori, nonché di formazione e indirizzo degli stessi. Sono anche convinto dell’importanza dell’accoglienza della persona, che si presenta a noi spesso gravata da problemi, accentuando così la strutturale solitudine in cui versa il soggetto postmoderno.

Ci spieghi meglio…

Per spiegarmi parto da un dato, abbastanza indiscutibile, ossia l’odierna scissione tra la famiglia e la società. Le cause sono molte, di fatto però la società è diventata il luogo dei rapporti puramente funzionali, mentre la famiglia è il luogo dove poter essere effettivamente se stessi: le famiglie sono come delle piccole enclaves all’interno della società. Ciò genera inevitabilmente solitudine, delle famiglie e nelle famiglie, e ciò si aggrava quando intervengono problemi. Ecco perché diventa urgente, nelle nostre strutture, valorizzare l’ascolto e l’accoglienza delle persone, affinché si sentano sostenute e accompagnate, proponendo soluzioni possibili volte al bene.

Bene, don Davide. Siamo pronti per fare un pezzo di strada insieme a lei, nella Federazione!

Grazie a tutti per l’accoglienza e chiedo scusa se, per inesperienza, compirò qualche passo falso. A tutti auguro un buon lavoro!

 

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