Da gennaio 2025 il presidente della Fondazione Edith Stein (consultori di Bresso, Seregno, Desio, Cinisello Balsamo e Bruzzano) è Andrea Ferrari, 62 anni, sposato con due figli. Samuele, dopo la laurea in ingegneria, diventa sacerdote diocesano nel 2020; Simone è sposato e papà di Marta, la nipotina di casa, che tra qualche giorno compirà un anno. Diplomato in ragioneria, dopo aver lavorato in assicurazioni per alcuni anni è andato al PIME, dove è stato amministratore al Centro Missionario e successivamente vice economo generale laico del PIME fino alla pensione. Un passato nel mondo del volontariato, in oratorio, ex capo scout, attivo nel Commercio Equo e Solidale. Tra tutte queste attività c’è anche il Consultorio di Cinisello Balsamo, che fa parte della Fondazione Edith Stein, insieme ai consultori di Bresso, Seregno, Desio e Bruzzano, acquisito nel 2023.
Come si è avvicinato al mondo dei consultori?
“Sei anni fa mi ha coinvolto Chiara Biader, la direttrice, con cui abbiamo condiviso gli anni della gioventù negli scout”.
Per quale ruolo?
Sono stato consigliere in CdA. Collaboravo non tanto a livello psicosociale o sanitario, ma organizzativo economico.
Da qui il passo a presidente è stato breve?
In un certo senso sì. Il presidente precedente, don Roberto Spreafico, è stato nominato parroco e non avrebbe avuto più molto tempo a disposizione quindi si è reso necessario un cambiamento a livello di presidenza. Don Roberto, l’ex presidente, che è rimasto nel CDA sarà ancora molto importante perché si occuperà delle relazioni con parrocchie e decanati.
Quali desideri ha per la Fondazione?
La nostra realtà è molto solida dal punto di vista economico. Certo, ci aspettano alcune sfide: il cambiamento in Regione Lombardia per quanto concerne norme e regolamenti riguardanti i consultori; la legge sul terzo settore, in attesa del rilascio dell’autorizzazione europea alle norme fiscali; i processi informatici e le nuove tecnologie, per esempio, come l’intelligenza artificiale potrà impattare sul nostro lavoro; il lavoro sul territorio e il miglioramento della qualità dei servizi; il tentativo di cercare sedi più adeguate per i nostri consultori, soprattutto quello di Cinisello;
In che senso?
La sede attuale è piccola per i volumi del consultorio ed è molto difficile trovarne un’altra.
Le sembra strano essere il primo presidente laico in una Fondazione diocesana?
No, affatto. Vengo dallo scoutismo dove l’assistente è il sacerdote e i laici assumono gli altri ruoli (educativo, organizzativo, ecc.). Non vivo reverenza nei confronti del prete. Ho molto rispetto per i suoi compiti e mi affido a lui per la sensibilità spirituale, etica e teologica. Ma su altri ambiti di impegno è bene che si muovano i laici.
Crede che i tempi siano maturi perché questo cambiamento diventi sempre più strutturale?
Secondo me questo è semplicemente un cammino naturale. Purtroppo se non ci si arriverà per convinzione, ci si arriverà per necessità.