logo cfc

famiglia3a

Rosaria Cavallaro è consulente legale presso la Fondazione Angelo Custode di Bergamo dal 2006. Oggi la incontriamo per capire meglio che cosa fa concretamente un consulente legale in consultorio.

“Accoglie gli utenti, rispondendo agli interrogativi che inevitabilmente affollano la mente di chi si trova ad affrontare gravi conflitti familiari, vicende separative e/o situazioni connotate da elementi di pregiudizio a carico di minori”

Insomma, offre loro una panoramica dei possibili scenari e spiega a cosa potrebbero andare incontro?

Esattamente. Lo faccio, cercando di fornire una corretta e completa informazione che consenta una ponderata valutazione degli interessi in gioco (e non solo dei diritti strictu sensu intesi). Incoraggio a prendere in considerazione strumenti quali la mediazione familiare, evidenziando – sulla scorta dell’esperienza personale maturata quale avvocato – quale possa essere il bene che deriva dalla acquisizione di adeguate capacità di gestione dei conflitti e di idoneo esercizio della corresponsabilità genitoriale.

Lei si occupa di diritto di famiglia?

Sì, sia in ambito civile che penale.

Perché entrambi?

Perché una visione complessiva della dinamica familiare facilita la corretta risoluzione della vertenza: la diretta conoscenza delle risultanze del processo penale (nell’ambito del quale vengono spesso scandagliati gli antefatti della crisi della coppia affettiva) conferisce una maggiore agilità nell’elaborazione di un assetto separativo idoneo nel presente e per il futuro di tutti i componenti il nucleo familiare.

Gli utenti si presentano da soli o in coppia?

Incontro sia i singoli che le coppie. Queste ultime, spesso all’esito di percorsi di mediazione ed al solo fine di chiarire dubbi in merito alle condizioni economiche della separazione e a questioni patrimoniali (spesso ostative al raggiungimento di intese complessive).

Che cosa ama di più del lavoro in consultorio?

Lo scambio interdisciplinare in equipe ed i confronti settimanali con gli altri operatori. Poter esaminare lo stesso caso da diversi punti di vista è una esperienza a dir poco preziosa ed arricchente.

In questo modo ci si può anche <informare> vicendevolmente?

Esatto! Mi capita spesso di segnalare agli operatori e alle operatrici le novità legislative di maggior rilievo in ambito familiare. Offro loro consulenza personalizzata e li aiuto nella stesura di eventuali segnalazioni di sospetto reato o di pregiudizio.

In questi ultimi tempi, ho avuto spesso occasione di soffermarmi in equipe sulla Legge Cartabia e non c’è dubbio che questi scambi consentano una migliore accoglienza dell’utente il quale si trova dinanzi anche a psicologi che sono aggiornati.

Che cosa chiede l’utente che arriva in consultorio?

Non richiede assistenza legale, ma manifesta il bisogno di mettere ordine sugli eventuali passi da compiere per il futuro.

Mi faccia un esempio…

Mi capita di incontrare persone che stanno vivendo un momento di crisi e che desiderano conoscere quali potrebbero essere gli scenari possibili nel caso in cui dovessero affrontare un percorso separativo. Ho avuto modo di illustrare a giovanissime in attesa di un figlio quali siano i diritti del nascituro… Oriento anche parenti di persone fragili che potrebbero necessitare di un amministratore di sostegno. La casistica è davvero ampia.

Un utente può chiederle di assisterlo in tribunale?

La mia attività in consultorio si esaurisce in un solo colloquio con la finalità di orientare l’utente che farà poi, al di fuori, le proprie personali scelte.

Qual è la cosa più importante per un utente che viene in consultorio?

Sentirsi ascoltato.

 

logo conf it

dicastero laici

Contatti

Fe.L.Ce.A.F.
Federazione Lombarda Centri Assistenza Famiglia

Via S. Antonio, 5 - 20122 Milano

tel./fax: 02 58391369

mail: segreteria@felceaf.it

C.F. 80129770154

Cerca

Newsletter

newsletter

Privacy Policy
Cookie Policy