Il Sole 24 Ore (edizione di lunedì 27 maggio 2024, pag.9) ha aggiornato la mappatura delle sedi dei Consultori Familiari in tutta Italia, mettendola a confronto con i risultati di un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2019.
La sintesi del lavoro condotto evidenzia due conclusioni:
- Il numero delle sedi dei Consultori Familiari a livello nazionale tra il 2019 e il 2024 è cresciuto dell’8%, passando da 1.800 a 1.950, migliorando così il rapporto consultori/popolazione: da 1 ogni 33.831 abitanti a 1 ogni 29.383 (lo standard previsto 1/20.000 ab.);
- “È la carenza di personale, soprattutto di ginecologi e infermieri, il problema più ricorrente segnalato dalla Regioni per il funzionamento dei consultori familiari”.
REGIONE LOMBARDIA
Ci soffermiamo sulla situazione della Regione Lombardia per evidenziare alcune incongruenze e un’omissione.
L’incongruenza
Le sedi dei Consultori Familiari in Lombardia riferiti dall’indagine del Sole 24 Ore sono 283 (223 sedi principali e 60 sedi secondarie: la prima incongruenza è l’equiparazione delle sedi secondarie con le sedi principali), mentre segnaliamo che, dal Data Open di Regione Lombardia (www.dati.lombardia.it/Sanit-/Elenco-Consultori-Pubblici/vtbi-rpb9/about_data), aggiornato al 17 maggio 2024, risultano elencati 140 Consultori pubblici e 90 Consultori privati per un totale di 233 sedi. Aggiungendo le sedi secondarie rilevate dall’indagine del Sole e non elencate nel Data Open regionale, si arriva ad un totale di 293 sedi a fronte delle 283 del Sole 24 Ore. Se invece l’elenco del Data Open comprendesse le sedi secondarie, significherebbe che il divario tra le due rilevazioni sarebbe ben più ampio (233 sedi a fronte delle 283 del Sole 24 Ore). Nel primo caso, migliorando il rapporto Consultori /popolazione da 1/35.408 a 1/34.199, nel secondo caso peggiorandolo a 1/43.006.
Se per i dati di riferimento del rapporto che indica la “copertura” del servizio della popolazione la fonte è la stessa - Regione Lombardia - queste incongruenze non si spiegano, anche se, in ogni caso, siamo lontani da quello previsto dalla normativa di riferimento: 1CF/20.000 abitanti.
L’omissione
Anche accettando che la copertura del servizio in Lombardia sia quella attestata dai dati dell’indagine del Sole 24 Ore (1/35.408 abitanti), non vi è alcun riferimento al fatto che dei 283 Consultori familiari lombardi il 31,8% si tratta Consultori Familiari gestiti da enti del privato accreditati e contrattualizzati con le ATS. Questa incidenza percentuale del concorso dei privati alla copertura del fabbisogno di servizio crescerebbe al 38,6% considerando solo le sedi principali. Ma di questa “sussidiarietà” del privato non c’è menzione o riferimento nell’indagine del Sole 24 Ore, chissà se per una semplice omissione da parte della fonte dei dati o per una semplicistica e riduttiva assimilazione tra pubblico e privato che in questo caso è qualcosa di più di un’omissione. Per completezza, dei 90 Consultori privati del Data Open regionale, la maggioranza (52,2%, ossia 47) sono aderenti a FeLCeAF, cioè 1/4 (20%) della copertura complessiva del fabbisogno del servizio consultoriale (sedi principali) rispetto alla popolazione lombarda del sistema di welfare regionale.
Aurelio Mosca, presidente FeLCeAF